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La Puglia è tra le regioni del Mezzogiorno dove la trasformazione digitale corre più veloce: oltre 70 mila indirizzi connessi per milioni di abitanti raccontano un territorio dinamico, in cui lavoro, scuola, sanità e servizi passano sempre più da internet. Questa crescita, però, ha un rovescio della medaglia: una superficie di attacco più ampia per i criminali informatici, con un aumento costante dei casi di sicurezza digitale.

Negli ultimi mesi, a livello nazionale, sono stati registrati oltre mille episodi tra attacchi, incidenti e violazioni di privacy. La grande maggioranza ha una finalità economica e colpisce soprattutto il settore finanziario e l’ICT, dove transitano denaro e dati sensibili. In questo scenario, cittadini, famiglie e piccole imprese non sono semplici spettatori: conti online, servizi digitali, credenziali di accesso e documenti diventano bersagli preziosi quando non sono adeguatamente protetti.

Le tecniche più diffuse sono il phishing e il social engineering, che non puntano prima di tutto sui sistemi, ma sulle persone. Messaggi che imitano comunicazioni di banche, corrieri o enti pubblici invitano a cliccare su link, scaricare allegati o inserire codici. L’urgenza, la paura di perdere denaro o la promessa di rimborsi immediati spingono molti utenti ad agire senza le necessarie verifiche. Quando l’attacco va a segno, la conseguenza più frequente è il furto di dati: informazioni anagrafiche, credenziali di accesso, numeri di carte e coordinate bancarie possono essere utilizzati per addebiti non autorizzati, bonifici indesiderati o ulteriori tentativi di frode.

In una regione molto connessa come la Puglia, la risposta non può limitarsi alla tecnologia. Istituzioni e imprese sono chiamate a considerare la sicurezza informatica come parte essenziale del servizio offerto: aggiornare sistemi e procedure, correggere tempestivamente le vulnerabilità, informare in modo trasparente gli utenti e investire nella formazione di personale e clienti. Una vera cultura della resilienza digitale nasce solo quando la tutela dei dati diventa una responsabilità condivisa.

Anche a casa, ogni famiglia può adottare alcune regole concrete: password lunghe, complesse e diverse per ciascun servizio; autenticazione a due fattori dove disponibile; aggiornamenti regolari di sistemi operativi, applicazioni e antivirus; prudenza di fronte a link e allegati non richiesti, soprattutto se richiamano conti, carte o servizi pubblici. Chi assiste persone anziane o poco esperte può svolgere un ruolo decisivo, aiutandole a riconoscere messaggi anomali e a chiedere sempre un confronto prima di autorizzare operazioni dubbie. Una Puglia più digitale può e deve essere anche una Puglia più sicura. Rafforzare la consapevolezza, conoscere le minacce e adottare comportamenti responsabili significa proteggere non solo i dispositivi, ma anche i risparmi, la reputazione e la serenità delle nostre comunità.



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