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Continua l’assordante silenzio della stampa italiana e degli organi di vigilanza sulla devastante vicenda dei Fondi H2O, gli strumenti finanziari proposti dalla società H2O Asset Management e venduti in modo massivo in alcuni paesi, tra cui l’Italia.
Centinaia di migliaia di risparmiatori italiani, soprattutto a partire dal 2018, anno particolarmente negativo per i rendimenti, venivano indirizzati dalle principali banche italiane a spostare i propri risparmi su questi prodotti. Infatti la complessa famiglia dei Fondi H2O, reduce da anni di performance interessanti, riscuoteva così tanto successo (nel solo 2018 la raccolta era stata pari a 9 miliardi di Euro) che la società di gestione Natix Global Am, a cui è affiliata H2O AM, aumentava le commissioni di ingresso per limitare i flussi e contenere la raccolta.
Da quel momento in poi, negli ambienti specializzati, cominciano a essere sempre insistenti le voci non rassicuranti sulla gestione dei fondi ed in particolare sulla crescita della componente illiquida dei Fondi.
Si inverte la tendenza positiva dei titoli e varia significativamente il rating.
Tutto questo si traduce in perdite conseguenti per i risparmiatori.
Il vero punto drammatico è però rappresentato da una Nota del 28 agosto del 2020 della autorità di vigilanza francese (AMF) con la quale viene richiesta ad H2O Asset Management LLP la sospensione della sottoscrizione e dei rimborsi di tre fondi, Allegro, Multibonds e Multistrategies “al fine di tutelare gli interessi dei sottoscrittori e del pubblico”. H2O AM allarga il campo di intervento, e pur non richiesta, con un comunicato dello stesso giorno estende la sospensione dai tre Fondi per la quale era stata richiesta anche ad altri quattro: Adagio, Moderato, Multiequities, Vivace.
Bene Sette Fondi vengono quindi congelati.
L’acqua, la cui formula chimica è appunto h2o, elemento liquido in natura, si trasforma in un enorme blocco di ghiaccio.
Dentro, bloccati e congelati, ci sono i risparmi di centinaia di miglia di risparmiatori.
Dal quel momento in poi è solo un susseguirsi di cattive notizie per i risparmiatori.
Infatti la società di gestione dei Fondi H2O decide di ricorrere ad un particolare strumento previsto dalla normativa francese e dà vita ai “side pocket” o “tasche laterali”, sorta di “scissione” degli originari strumenti finanziari, in cui vengono fatte confluire le componenti illiquide dei fondi.
Solo pochi mesi è stata mantenuta in piccolissima parte la promessa di rimborsare quella componente confluita nei side pocket.
Poi nulla.
Se non la notizia di alcuni giorni fa, relativa ad un ulteriore calo della valutazione di sette fondi side-pocket.
Quanto ai rimborsi promessi, rimane l’impegno ma mancano i fatti.
Nel frattempo incombe il rischio prescrizione: molte banche chiamate in causa per risarcire le perdite relative a vendita di strumenti non adeguati o non appropriati, si difendono eccependo la prescrizione quinquennale dalla data d’acquisto.
Conviene dunque subito che quei risparmiatori che sono ancora rimasti alla finestra aspettando che vengano mantenute le promesse di rimborso, si attivino almeno per interrompere la prescrizione e per evitare che il proprio diritto al risarcimento possa essere vanificato dal decorso del tempo.
Avv. Massimo Melpignano



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