La recente sentenza del Tribunale di Bari, pronunciata dal dott. De Palma, segna un passaggio decisivo nella tutela dei risparmiatori che hanno investito in titoli riconducibili all’ex Veneto Banca attraverso Banca Apulia e altri istituti coinvolti nel medesimo contesto.
Il tribunale ha condannato Intesa Sanpaolo al risarcimento di circa 150.000 euro in favore di una risparmiatrice, riconoscendo un principio fondamentale: quando esiste un’operazione di incorporazione, come quella che ha riguardato Banca Apulia, il nuovo soggetto subentra nelle responsabilità connesse ai rapporti contrattuali e ai comportamenti tenuti dalle controllate.
Questo significa che il contratto di incorporazione prevale sul precedente schema di cessione dei rapporti, spesso utilizzato per sostenere l’assenza di responsabilità dell’intermediario subentrante.
Il secondo profilo di particolare rilievo riguarda il tema della prescrizione.
Il Tribunale di Bari ha superato in modo chiaro l’eccezione, troppo frequentemente sollevata, secondo cui le richieste di risarcimento sarebbero tardive.
È stato invece affermato che il termine decorre non dalla data di acquisto dei titoli, ma dal momento in cui il risparmiatore viene messo in grado di conoscere l’effettiva natura e gravità delle criticità sottostanti ai prodotti finanziari collocati.
Nel caso di specie, ciò coincide con l’emersione pubblica delle informazioni che hanno svelato le anomalie legate ai titoli dell’ex Veneto Banca.
Questi due punti – responsabilità dell’intermediario subentrante e corretta individuazione del termine di prescrizione – compongono una doppia tutela: da un lato, rafforzano la posizione di chi ha confidato nelle banche controllate; dall’altro, confermano che i risparmiatori non possono essere penalizzati per informazioni loro celate o comunicate in modo incompleto.
Per tutti coloro che, in buona fede, hanno affidato i propri risparmi a intermediari coinvolti nelle vicende delle ex Banche Venete, questa pronuncia rappresenta un segnale di chiarezza e di giustizia: il diritto a una tutela piena e integrale trova conferma nelle aule giudiziarie.

