22.01.2015

Da decine di anni si parla di cambiare le banche popolari, che strenuamente hanno resistito.

All'annuncio di un obbligo di convertirsi in spa, entro 18 mesi, le borse hanno risposto con entusiasmo.

Quali le conseguenze del provvedimento, che in fase di conversione potra' cambiare ?

Il decreto è in realtà un colpo di bianchetto: cancella molto, introduce poco.

Che nelle spa ci sara' meno spazio per il legame con il territorio; che queste banche, piu' "generose" nel dare mutui, saranno assorbite dalle altre con  maggiori problemi di conti.

E soprattutto, gli azionisti potrebbero non poter vendere le loro azioni oltre a perdere il diritto di voto.

In deroga a norma di legge, Banca d'Italia potra' limitare il diritto di rimborso delle azioni "laddove ciò sia necessario ad assicurare la computabilità delle azioni nel patrimonio di vigilanza di qualità primaria della banca.".

Quindi i piccoli risparmiatori potrebbero essere obbligati a rimane azionisti, anche se voglioni liquidare.

Francamente mi sembra troppo: è il caso di ripensarci !

Uno scenario del quale non si parla diffusamente, e che il Tg3 Puglia della Mattina, in Buongiorno Regione, ha aperto uno spiraglio, con l'intervento dell'avv. Massimo Melpignano, il 22.1.2015.

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