𝑸𝒖𝒂𝒏𝒕𝒂 𝒑𝒐𝒍𝒗𝒆𝒓𝒆 𝒔𝒊 𝒏𝒂𝒔𝒄𝒐𝒏𝒅𝒆 𝒔𝒐𝒕𝒕𝒐 𝒊𝒍 𝒕𝒂𝒑𝒑𝒆𝒕𝒐?

Le banche amano esercitare l’arroganza del potere verso i “poveri cristi” ma sono pronte a farsi piccole o a farsi compromettere da chi parla la lingua del denaro.
Le intercettazioni pubblicate da alcuni quotidiani sull’attuale indagine pugliese riferiscono di mutui erogati contro il pagamento di “incentivi” al funzionario di turno, di immobili sopravvalutati e oggetto di finanziamenti mai restituiti, di pignoramenti ritardati o di crediti ceduti richiamati per non irritare il (pre)potente di turno.
Si fanno nomi di banche che hanno seminato molto dolore nella nostra terra vendendo titoli tossici. Tra queste ritorna il nome della Banca Popolare di Bari.
È davvero così facile sterilizzare un credito insoluto che la banca dovrebbe invece recuperare, anzitutto nell’interesse degli azionisti che la mantengono con i propri soldi?
È davvero così facile far richiamare dalla banca un credito ceduto a una società di recupero crediti?
I “poveri cristi” conoscono bene l’arroganza delle banche nella erogazione del credito: l’andirivieni di appuntamenti e di carte per poter ottenere un mutuo, la richiesta di garanzie del coniuge dei genitori e di tutto il gruppo famiglia, l’attesa interminabile e spasmodica per sapere se quel mutuo sarà erogato e se la casa finalmente si potrà comprare.
I “poveri cristi” conoscono bene l’arroganza delle banche nel recupero del credito, l’attesa di conoscere l’esito di una proposta transattiva che dovrà essere vagliata “dagli organi deliberanti” (organi, per inciso, che nessuno spiega mai dove si trovino, dove si riuniscano, da chi siano composti). I “poveri cristi” conoscono bene la supplica rivolta alle banche per rimettere in pista il mutuo che non è stato pagato per alcuni mesi, per allungare il finanziamento per poter riuscire a pagare la rata.
Ma ci sono banche in cui, secondo le intercettazioni, possono bastare 20 giorni per ottenere un mutuo, si possono congelare le pratiche di recupero crediti, si possono elargire riconoscimenti a funzionari compiacenti per rendere possibile ciò che ai “poveri cristi” possibile non è.
Mi auguro che a parlare siano adesso anche i “poveri cristi”, raccontando il maglio di ferro che è stato usato nei loro confronti perché “sa, le regole dobbiamo rispettarle”… “noi dobbiamo agire nell’interesse degli azionisti”…”gli organi deliberanti si sono espressi negativamente sulla sua proposta di rateazione”.
C’è tanta polvere nascosta sotto il tappeto: ma ci sarà davvero voglia di sollevare il tappeto?