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BDM Banca: prima di vendere, restituite la proprietà a chi ha creduto nel progetto.
Quando parliamo di BDM Banca (già Banca Popolare di Bari), parliamo di una storia complessa, che tocca cittadini, consumatori e imprese del nostro territorio.

La banca, un tempo in grave crisi, è stata risanata e oggi genera utili.

In questo scenario si inserisce la proposta del Governo, per voce del Ministro Giorgetti, di avviare una vendita dell’istituto.

Ma una domanda preliminare—e dirimente—resta inevasa: di chi è, oggi, questa banca?
La memoria corta rischia di oscurare un fatto essenziale: circa 70.000 azionisti, in gran parte pugliesi, avevano investito nella cooperativa credendo nella missione di una banca del territorio. Quell’investimento, oggi, è stato azzerato.

Le loro azioni non hanno più valore e quegli stessi risparmiatori non detengono alcun potere decisionale, nonostante anche i loro conferimenti abbiano contribuito al risanamento dell’ente.
Noi distinguiamo con nettezza la cattiva gestione del passato—che il tempo, nuovi dirigenti e una  Vigilanza più presente possono superare—da un esito che giudichiamo inaccettabile: la compressione dei diritti patrimoniali e partecipativi di famiglie e imprese.

È legittimo immaginare una cessione a nuovi acquirenti senza prima riconoscere il ruolo di coloro che hanno sostenuto la banca nei momenti più difficili? La risposta, per chi tutela ogni giorno i diritti di cittadini e aziende, non può che essere negativa.
Se la banca oggi è solida e produce utili, ciò è anche frutto di risorse private che sono state di fatto “assorbite” nel processo di risanamento.

È allora giuridicamente e socialmente equo che, prima di valutare la vendita, sia definito un percorso di riconoscimento nei confronti degli azionisti originari: un ristoro, una forma di riattribuzione di valore, o comunque una soluzione che non li lasci ai margini.

Altrimenti, l’operazione rischia di configurarsi come un esproprio di Stato, con un danno permanente alla fiducia nel sistema.
La tutela del risparmio, principio cardine della nostra Costituzione, impone che i passaggi straordinari nel settore bancario non scarichino il costo sui più deboli.

Abbiamo il diritto di conoscere la verità dei fatti e di pretendere che la giustizia economica accompagni le decisioni politiche.

Prima di ogni vendita, bisogna restituire la banca—nel valore o nei diritti—alle persone che vi hanno creduto.



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