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Nei giorni scorsi il Garante della Privacy ha irrogato una sanzione di ben 300.000 euro a una società colpevole di utilizzare una clausola di raccolta di autorizzazione del consenso “omnibus” da cui sono conseguite pratiche di telemarketing aggressivo. Questa decisione non segna assolutamente la fine delle telefonate commerciali moleste. Nessuna esultanza da parte dei consumatori dunque: la strada continua a essere in salita.

TELEMARKETING. Sappiamo tutti di cosa si tratta: telefonate che riceviamo durante la giornata, mentre siamo al lavoro, a fare la spesa o in pausa pranzo, con cui ci vengono proposti piani tariffari convenienti, proposte di assicurazione e adesso con la liberalizzazione del mercato di luce e gas, cambi di gestore. Per alcuni una opportunità per essere informati; per la gran parte invece una sgradita interruzione e una violenta irruzione nella vita privata.

PRIVACY. La privacy non esiste. Semmai possiamo adottare meccanismi per ridurre ai minimi termini possibili le irruzioni di telefonate moleste nella nostra vita. Liberiamoci dall’idea di poter essere moderni Alexander Selkirk, il marinaio scozzese che visse per più di quattro anni su un’isola deserta e la cui storia ispirò il personaggio di Robinson Crusoe. Nessuna possibilità di isolamento dal mondo moderno. Possiamo solo giocare in difesa quindi: vediamo come.

CONSENSO. E’ il nostro punto debole. Qualunque cosa facciamo, dalla richiesta di finanziamento in un centro commerciale, all’acquisto di un biglietto aereo o ferroviario, passando per la semplice navigazione su un sito web, tutto richiede un consenso da prestare. Normalmente lo rendiamo apponendo più crocette su un apposito modulo, oppure schiacciando il dito sul pulsante con su scritto “clicca qui”.

PERCHE’ PIU’ CONSENSI? A ogni consenso, e quindi a ogni nostra autorizzazione, consegue un uso dei nostri dati. Possiamo autorizzare l’uso dei nostri dati per essere “profilati”, cioè studiati nelle nostre abitudini di spesa o di navigazione sul web. Possiamo autorizzare l’invio di proposte commerciali, email promozionali, offerte eccetera. Possiamo autorizzare la cessione dei nostri dati a terzi (e poi provate a inseguire i vostri dati una volta che circolano liberamente). L’unico, e ripeto, l’unico consenso che siamo obbligati a prestare è quello relativo alla esecuzione del contratto. Compro un biglietto aereo? Sono obbligato a fornire nome cognome e altri dati personali altrimenti non posso acquistare il biglietto. E qui ci fermiamo. Tutti gli altri consensi sono assolutamente non obbligatori: possono chiederci il consenso ma non siamo assolutamente obbligati a fornirlo e il biglietto lo acquistiamo lo stesso.

PROTEGGERE I DATI. Il primo livello di protezione quindi parte da noi. Negare il consenso al trattamento dei dati facoltativi (quelli che non ci servono ad acquistare il biglietto aereo) ci protegge e ci fa viaggiare ugualmente.

REGISTRO DELLE OPPOSIZIONI. Ci ripetiamo sempre che non funziona, ma guardiamolo come uno strumento, e non l’unico, nella impari lotta per la tutela della nostra privacy. Occorre segnalare la nostra volontà di non ricevere telefonate commerciali. Per farlo è sufficiente telefonare (ci sono due numeri a disposizione:  800 957 766 per utenze fisse o 0642986411 per cellulari), inviare una email dopo aver scaricato e compilato un modulo dal sito del Registro a iscrizione@registrodelleopposizioni.it) oppure direttamente dal sito web del Registro. Ciascuno scelga il metodo che preferisce.

NON BASTA. Il problema non è però risolto: non tutti rispettano la legge. Molte società utilizzano call center siti all’estero in paesi non dell’Unione Europea (ad esempio in Albania) e così la legge è aggirata. E poi ci sono quelli semplicemente ignorano le nostre limitazioni di consenso. Ma noi abbiamo un’ulteriore arma di difesa: presentare un esposto al Garante per la protezione dei dati personali. E’ così che la società di cui parlavamo all’inizio è stata scoperta e multata. Faticoso obietterete. Forse. Ma questo è il sistema che ci tocca, in attesa che decidano di cambiare le leggi.

Avv. Massimo Melpignano



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