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L’avvocato Massimo Melpignano, esperto di Diritto Bancario e Finanziario, riscontra il post di un risparmiatore  il quale, con riferimento alle quattro recentissime decisioni con cui l’arbitro per le controversie finanziarie ha condannato la Banca Popolare di Bari a risarcire quattro risparmiatori per aver venduto delle azioni, emesse dalla stessa banca, senza rispettare gli obblighi informativi, così scrive:  “… il problema – dice il sig. Angelo – è che queste decisioni non servono a nulla… ci vorrà un giudizio in tribunale dove la decisione dell’arbitro vale… quanto carta straccia… si e no può essere un semplice elemento di prova ….”

Secondo l’Avv. Melpignano, una favorevole decisione dell’arbitro è intanto un elemento di prova, non è una piccola cosa. Scontiamoprecisa un comportamento non ortodosso da parte di questa banca che ha il triste primato di non aver rispettato in modo seriale le decisioni dell’arbitro. Nei fatti costringe l’interessato ad agire in tribunale per far valere il proprio diritto, ma questo è un problema della banca e direi anche di fiducia tra la banca e il proprio cliente che, a tutti gli effetti, è anche azionista. La banca, peraltro, pur avendo aderito al sistema di composizione pacifica delle controversie non vi dà seguito”.

L’aver ottenuto una pronuncia favorevole innanzi alla Consob è già un primo passo. Il tribunale rappresenta la strada maestra per chi ritiene di avere subito un torto, per ottenere giustizia. Tuttavia, le situazioni cambiano da caso a caso e prima di suggerire al proprio cliente di agire in giudizio occorre procedere a una serie di valutazioni, anche in relazione ai costi/benefici. Infatti, quasi sicuramente, nel giudizio innanzi al Tribunale verrà richiesta e ammessa la consulenza tecnica che rappresenta un costo carico della parte che la richiede.

Se vogliamo far funzionare veramente la macchina dell’arbitro – prosegue Melpignano – bisognerebbe inasprire le sanzioni.  È indispensabile una riforma del sistema che obblighi le banche soccombenti a rimborsare immediatamente i risparmiatori senza costringerli, dopo aver già riportato una vittoria davanti all’Arbitro Consob, ad attivare il procedimento davanti al Tribunale perché la banca non paga. In questa direzione stiamo assiduamente lavorando io e l’Associazione Consumer Italia che rappresento.

Ma attenzione, la procedura innanzi all’Arbitro Consob funziona. La gran parte delle decisioni vedono i consumatori vittoriosi e, di norma, le decisioni vengono rispettate dalle banche; è un’anomalia l’esatto contrario. Ripeto, è sicuramente consigliabile promuovere il procedimento innanzi all’arbitro.

Come attivare la procedura.

Occorre in primo luogo presentare un reclamo alla Banca. Qualora la Banca non risponda, o risponde negativamente, attraverso una piattaforma dedicata, si può presentare il Ricorso innanzi all’arbitro Consob, che è assolutamente gratuito.

Non è necessario farsi assistere da un avvocato. Il cittadino può procedere da solo, il regolamento lo consente. Tuttavia, la materia è necessariamente molto tecnica. Senza contare che la banca può fare affidamento sui propri avvocati e consulenti, che sono specialisti della materia. Difendersi da solo in un ambito così tecnico comporta dei rischi.

Dopo il deposito del Ricorso, di norma, la Banca si difende depositando delle memorie e il ricorrente potrà eventualmente replicare. Il meccanismo è certamente molto semplice e pensato affinché i cittadini possano utilizzarlo anche da soli. Se poi questa sia o meno la soluzione migliore è rimesso alla valutazione di ciascun interessato.



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