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Nel periodo natalizio cresce la generosità: arrivano raccolte fondi, iniziative solidali, appelli sui social e messaggi inoltrati in chat. È un gesto bellissimo, ma proprio quando l’attenzione è rivolta agli altri aumentano anche i rischi: campagne non trasparenti, richieste “urgenti” e pagamenti non tracciabili che, oltre a esporvi a possibili truffe, possono farvi perdere le agevolazioni fiscali previste per le erogazioni liberali.

La prima regola è semplice: donate solo a soggetti identificabili e tracciabili. Prima di versare anche piccole somme, verificate che l’ente esista davvero e sia riconoscibile: denominazione completa, codice fiscale o partita IVA, sede, recapiti e un sito (o una pagina ufficiale) coerente. Un’associazione affidabile, di norma, rende disponibili informazioni minime di trasparenza e documenta le proprie attività con rendiconti o bilanci pubblicati.

Secondo passaggio: attenzione ai canali e al tono della richiesta. Diffidate di comunicazioni aggressive o che fanno leva su pressione psicologica (“solo oggi”, “subito”, “ultima possibilità”). È altrettanto prudente fermarsi quando vengono proposti link strani, profili social appena creati, oppure quando mancano dati chiari sull’ente. In caso di dubbio, la verifica preventiva vale più di qualsiasi promessa.

Se, oltre a sostenere una causa, desiderate anche beneficiare delle agevolazioni fiscali, contano due elementi: a chi donate e come donate. Da un lato, l’ente deve rientrare tra quelli ammessi dalla normativa (ad esempio, enti del Terzo Settore o altre categorie previste). Dall’altro lato, il pagamento deve essere tracciabile e documentato. In pratica: preferite bonifico, carta, assegno o piattaforme che rilasciano evidenza del trasferimento; evitate il contante e, soprattutto, le ricariche o i trasferimenti verso strumenti poco identificabili.

Fondamentale anche la documentazione: conservate la prova del pagamento (contabile del bonifico, estratto conto, ricevuta carta o piattaforma) e la ricevuta/attestazione dell’ente con dati completi: denominazione e codice fiscale, vostri dati, importo, data, causale “erogazione liberale” e modalità di pagamento. Un’ultima cautela: se ricevete un bene o un servizio in cambio, non sempre si tratta di “donazione pura” e può cambiare il trattamento fiscale.

Un punto che genera spesso confusione è la differenza tra detrazione e deduzione. La detrazione è uno “sconto sull’imposta”: riduce direttamente le tasse dovute, applicando una percentuale alla donazione. La deduzione, invece, riduce il reddito imponibile su cui le imposte vengono calcolate. In termini pratici, a parità di importo donato, l’effetto può cambiare in base al vostro reddito e alla tipologia di ente. Per questo è utile verificare, prima del versamento, la categoria dell’ente e la documentazione richiesta.

In sintesi: prima verificate l’ente, poi donate con strumenti tracciabili, infine conservate i documenti. Così il vostro gesto resta davvero efficace: fa del bene, riduce i rischi e tutela anche la corretta fruizione dei benefici fiscali.



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