
“Consumers, by definition, includes us all”. Siamo tutti consumatori, e quindi è un tema universale. Quelle appena riportate tra virgolette sono le parole con cui iniziava uno storico discorso del Presidente americano J.F. Kennedy al Congresso degli Stati Uniti. Quel discorso, pronunciato il 15 marzo del 1962, per la prima volta poneva l’accento sui diritti dei consumatori e fissava una data (il 15 marzo appunto) che successivamente sarebbe stata individuata come giornata mondiale e europea dei diritti e degli interessi dei consumatori.
TUTTI CONSUMATORI. L’universalità del tema, davvero siamo tutti consumatori per definizione, fa sì che sia fin troppo facile individuare aree che ci riguardano, come soggetti economici e come cittadini. Kennedy originariamente individuò quattro diritti dei consumatori: il diritto alla sicurezza, il diritto all’informazione, il diritto alla scelta, il diritto di essere sentiti. A questi successivamente ne sono stati aggiunti altri come il diritto di veder soddisfatti i bisogni primari, il diritto al risarcimento, il diritto all’aggiornamento e alla formazione al consumo, il diritto alla conservazione dell’ambiente, il diritto alla rappresentanza degli interessi politici. Come ben comprendiamo in questi diritti c’è tutto il nostro mondo: ci siamo noi. Ciascuno di questi argomenti necessiterebbe di un approfondimento apposito. Ma il solo citarli ci fa comprendere quanto sia profondo e totalizzante l’impegno di chi sposa la causa di occuparsi della tutela dei diritti fondamentali dei consumatori.
CHI SONO I CONSUMATORI: Quando diciamo, richiamando le parole di Kennedy che siamo tutti consumatori, affermiamo una cosa giusta e sbagliata nello stesso tempo. Il Codice ci fornisce una definizione ben precisa, ma non è di questo che vorrei parlare. Forse dovrebbe essere rivista proprio quella definizione, che individua nel consumatore una persona fisica, definizione anche se allargata da altri interventi normativi ad aggregazioni di più persone come i Condomini, Ha ancora senso oggi pensare a uno schema in cui da una parte ci sono i consumatori persone fisiche (per quanto allargate) e dall’altro le imprese (tutte le imprese, dalla bottega sotto casa al colosso degli acquisti online)? Ha ancora un senso? Evidentemente no in un mondo che si fa sempre più grande e in cui le multinazionali (e non gli Stati) posseggono satelliti militari, lanciano vettori destinati al turismo aerospaziale e presto come annunciato, finanche allo sbarco sulla luna. Scenari obiettivamente non immaginabili solo pochi decenni fa.
UNA NUOVA ALLEANZA: Più si allunga la distanza, come abbiamo appena visto, e più urgente diventa l’esigenza di una nuova alleanza. Ci affanniamo nel limitare i temi del consumerismo alle telefonate moleste, alle tariffe telefoniche (giusto per fare alcuni esempi di problematiche molto “calde”), quando invece l’universalità del tema dovrebbe indurci a stipulare nuove alleanze e a tessere quella tela del reciproco rispetto, della sostenibilità, delle soluzioni condivise che da sempre rappresentano l’anima più autentica del consumerismo, orientato alla ricerca di risposte ai problemi piuttosto che alla radicalizzazione del conflitto.
POST CONSUMERISMO. Recuperare le radici più genuine, valorizzare il rispetto per l’Uomo nella sua dimensione economica e sociale, deve probabilmente rappresentare la nuova frontiera del consumerismo. Il rischio è di essere a nostra volta consumati, privati della privacy, deturpati dal furto dei dati personali e dalla loro commercializzazione nel dark web. E ancora pensiamo all’invasione, massiccia e inarrestabile della dittatura dell’intelligenza artificiale, destinata a creare algoritmi altrettanto “intelligenti” da individuare le cose di cui abbiamo bisogno, gli investimenti giusti per noi, ma anche ad assegnarci la patente di “cives” oppure di clochard economici. Questo è il futuro che è già oggi.
PUNTI FERMI. I primi venti anni del Codice del Consumo (celebrati giusto il 15 marzo scorso) e i molti lustri della Giornata per la tutela dei diritti e degli interessi dei consumatori sono un appuntamento importate. Un lungo tratto di strada è stato percorso e molti risultati sono stati raggiunti. Da lì bisogna partire per le nuove frontiere di tutela di diritti che nel 1962 era impensabile che potessero esistere, come il diritto alla protezione dei nostri dati personali, alla sicurezza informatica, alla appropriazione della nostra identità digitale. E così via.
Avv. Massimo Melpignano