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Italiani popolo di risparmiatori, si sa. Ma anche legati alla tradizione: non si spiega diversamente il grande successo delle ultime aste delle varie emissioni dei Btp, una delle tipologie dei titoli di Stato più gradite dai nostri connazionali. Alla tradizione si lega, e non contrasta come potrebbe superficialmente pensarsi, una forte propensione a cogliere le innovazioni del mercato, con una forte propensione a indirizzarsi verso banche o sistemi di pagamento dematerializzati, senza sede fisica, senza sportelli. Anche in questo caso un successo, sovrapponibile numericamente a quello già riferito dei titoli di Stato. Revolut è solo l’ultimo di questi casi, a cui possiamo aggiungere in precedenza Hype e N26.

BANCA TRADIZIONALE OPPURE ONLINE? La domanda è sbagliata. Il concetto di banca è molto diverso a seconda delle generazioni; le generazioni “Zeta” e “Alpha” non solo non sono mai entrate in banca e quindi non conoscono l’emozione di una porta girevole, della cassettina in cui depositare gli effetti metallici, della coda allo sportello, dei moduli da firmare e così via. Ma certamente non vi entreranno mai. Sono orientate, e lo vedremo a breve, a utilizzare app di pagamento o conti on line, inseguendo la fintech di moda o che offre i servizi più innovativi. Le altre generazioni invece fanno sempre più fatica, accedendo ai locali di una banca, a riconoscere lo stereotipo che ho appena descritto. Oggi le banche propongono ambienti amichevoli, con grandi spazi arredati con colori rilassanti: nel tutto spicca l’assenza degli sportelli per le operazioni di cassa. Sempre meno sono gli istituti che mantengono un rapporto tradizionale, allo sportello appunto, con il cliente. La gran parte delle banche ormai mette a disposizione un consulente solo per alcune operazioni a più alto valore, ma per versare o prelevare contante prevale il fai da te all’ATM.

FINTECH E ATM. Sono tra loro in una relazione, sempre per usare termini oggi sulla bocca di tutti, pari a quella tra generazione Zeta e Boomer. Gli sportelli ATM (li chiamiamo più facilmente Bancomat, che in realtà quest’ultimo è solo un marchio), sono stati una delle prime frontiere tecnologiche del “fai da te”, consentendo a tutti di prelevare o versare contante, oppure di effettuare poche altre ma utili operazioni, ogni giorno e in qualunque ora. La fintech, la finanza che utilizza le nuove tecnologie, ha eliminato anche questa ultima scomodità nella gestione del danaro: non occorre più cercare uno sportello bancomat per compiere la gran parte delle operazioni che consentiva, perchè tutto si può fare in modalità fintech, utilizzando un conto on line, una app di pagamento e così via.

DESERTIFICAZIONE E DOWN. Sempre nella stessa logica di contrapposizione generazionale “Boomer- Zeta”, le banche stanno intensificando la chiusura degli sportelli fisici e riducendo sempre più i servizi per i quali il cliente può relazionarsi con il personale: la gran parte delle operazioni avviene attraverso sportelli ATM sempre più “intelligenti”. Lo spostamento di gran parte delle attività in modalità digitale ha però ripercussioni sia per chi utilizza la banca tradizionale sia per chi utilizza l’ultimissima app fintech. Il collasso (down) del sistema di Intesa SanPaolo di qualche mese fa ha bloccato tutti i clienti, sia a sportello sia on line, di quella grande banca. Il collasso di alcune reti telefoniche ha bloccato tutti.

DIGITALIZZAZIONE. Ormai riguarda tutti e la subiamo: passa da lì la rata del mutuo come l’acquisto di criptovalute. A fare da differenza è solo il servizio che viene richiesto e la dimestichezza con l’utilizzo dei nuovi strumenti di pagamento. Alcuni marchi (chiamiamoli così) pur stranieri, sono diventati velocemente popolari in Italia perché propongo una “esperienza” amichevole, cioè si usano facilmente. A questa facilità non sempre però si contrappone la sicurezza. Solo da qualche settimana fa la popolarissima Revolut, con sede a Londra, licenza bancaria acquisita in Lituania e autorizzazione a operare anche in Italia, si è dotata di un Iban italiano, che consente di ottenere l’accredito dello stipendio e altre utilità. Già in precedenza incontrava il favore delle nuove generazioni perché consentiva di ottenere un prestito velocemente o di acquistare cripto, o perché indirizza segnali di attenzione alla sicurezza informatica dello smartphone del cliente o perché metteva a disposizione un Robot-advisor per automatizzare gli investimenti.

SFIDA. Però in caso di dissesto di una “banca fintech” (chiamiamole così solo per comprenderci) la copertura fino a € 100.000,00 delle somme depositate è assicurata non dal Fondo italiano di tutela dei depositi bancari, bensì da quello lituano. Questo può fare la differenza (cioè il cliente Revolut in questo esempio, deve sperare che il Fondo lituano abbia soldi a sufficienza per rimborsare tutti). Naturalmente è solo un esempio perché discorsi simili possono farsi anche per gli altri operatori della fintech e anche su altri aspetti. La vera sfida oggi è coniugare sicurezza informatica, sicurezza giuridica e conoscenza degli strumenti che utilizziamo quando acquistiamo cripto o chiediamo un prestito on line, o più semplicemente voglia ricevere l’accredito dello stipendio utilizzando una delle nuove realtà fintech.

Massimo Melpignano



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