Articolo Gazzetta del Mezzogiorno del 8/12/2024
Carte di credito e conti bancari familiari. Diversificare contro l’effetto blackout.
Chi aspettava con ansia il Black Friday per effettuare acquisti on line e cercare di spuntare una delle tante offerte, ha vissuto un autentico venerdì nero per il down del circuito di pagamento utilizzato da molte carte di pagamento. Con la parola “down” intendiamo il collasso temporaneo, che si traduce in malfunzionamento o assenza di funzionamento, di una struttura, in questo caso quella che supporta gli strumenti di pagamento. A essere interessati sono stati marchi molto diffusi del pagamento digitale come Nexi e Bancomat. Le segnalazioni relative ai disagi subìti sono state le più disparate e vanno molto oltre l’impossibilità a effettuare acquisti on line: guardiamo infatti ai problemi segnalati da chi non ha potuto utilizzare la carta di credito per la spesa al supermercato, assolutamente necessaria per via del conto quasi a zero e in attesa dell’accredito della pensione di lì a pochi giorni, o a chi non ha potuto pagare una prestazione sanitaria nei molti centri di prenotazione che non accettano contante. E così via. Siamo liberi o meno di credere alla giustificazione resa da Wordline, il colosso mondiali che gestisce la rete infrastrutturale (brutta parola, ma va usata), dei pagamenti in Italia e in Europa: il banale taglio di un cavo nel corso di lavori di manutenzione in Svizzera. Non è questo il punto. Quello che sorprende è che si possa sospendere lo scambio di una moneta legale per oltre due giorni (non chiamiamo forse bancomat e carte di credito “monete digitali”?) senza essere in grado di attivare subito un piano di emergenza. Tutti noi abbiamo conosciuto il “down” della corrente elettrica che va via (lo chiamiamo blackout). Oggi negli appartamenti più moderni sono installate le luci di emergenza ma fino a pochi anni fa, anche fino ad oggi in realtà, era buona regola avere a casa un piano di riserva per l’evenienza: candela e fiammifero. Dal black friday di venerdì 29 novembre passiamo ora a lunedì 2 dicembre, giorno in cui lo stesso pensionato di cui abbiamo parlato prima (quello che aveva necessità di pagare alla cassa la spesa con la carta di credito in attesa dell’accredito della pensione) dovrebbe ricevere la pensione. Questa volta ad andare in down è la app di Intesa Sanpaolo. Salta l’accredito della pensione e crescono le preoccupazioni. Anche in questo caso le segnalazioni sono le più svariate. Dai timori di chi deve pagare rate di finanziamenti e teme di essere costretto a sostenere il costo degli interessi di mora, a chi segnala di aver visto duplicato l’addebito di somme ecc. Anche in questo caso il sistema mostra reattività nella risoluzione del problema, lasciando emergere l’assenza di un piano di riserva utile a evitare che un disagio possa trasformarsi in un problema per migliaia di cittadini. L’ultimo down, solo in ordine cronologico naturalmente, è quello di un importante operatore telefonico low cost. In questo caso il disagio è relazionale: non piccola cosa per chi ha necessità di essere sempre reperibile per necessità familiari, lavorative, sanitarie. Cosa possono imparare i nostri soldi dalla storia recente di questi giorni? E cosa possiamo imparare noi? Assolutamente nulla che non sappiamo già. Può forarsi la ruota di una macchina, e per questo sono state inventate le ruote di scorta. Può andare via l’acqua in un condominio, e per questo sono state inventate le autoclavi. L’umanità ha sempre ragionato seguendo la logica prudenziale: se qualcosa non funzionerà, mi organizzo in anticipo affinché il problema sia risolvibile o contenibile. La logica della fintech e la logica della candela devono dunque necessariamente andare di pari passi, e una delle modalità prudenziali che possiamo adottare è la diversificazione. Non servono gli estremismi di chi usa solo moneta elettronica ritenendo la moneta di carta desueta. Avere sempre l’una e l’altra e anzi, se proprio in famiglia abbiamo più carte di pagamento cerchiamo di scegliere carte che utilizzino reti infrastrutturali diversi: abbasseremo il rischio di rimanere impossibilitati a utilizzare le carte di credito in caso di down. Applicare la regola della diversificazione anche nei conti familiari: distribuire i soldi almeno su due conti correnti, ovviamente di banche diverse e non riconducibili allo stesso gruppo bancario o struttura di pagamento, può aiutarci a evitare di rimanere a secco. Sembra complicato, ma lo è molto meno di quanto possa sembrare. Molte soluzioni possono essere e basso costo. E le informazioni non sono poi così difficile da reperire. In fondo, se ci pensate bene, molti di noi diversificano già con i telefonini, usandone uno per il lavoro e l’altro per il tempo libero. Perché non farlo anche per mettere in sicurezza i nostri soldi e i nostri pagamenti digitali?
Massimo Melpignano