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Articolo Gazzetta del Mezzogiorno del 1/12/2024

Mega sconti e super offerte, fretta e disattenzione sono i primi alleati di truffe e inganni sul web

Il web è in festa: tra Black Friday e prossime festività natalizie, è tutto un fiorire di offerte, sconti, promozioni, inviti agli acquisti

Un lunghissimo ponte commerciale che dura quasi 40 giorni – possiamo spingerci fino alla strenna di capodanno e con un piccolo sforzo ai doni della befana – caratterizzato da un unico verbo: comprare!

Se poi compriamo convinti di aver fatto un affare, è meglio.

Proprio per evitare che l’immenso universo del web si trasformi in un luogo di trappole e inganni per i consumatori, più di quanto lo sia già è entrato in vigore un nuovo regolamento europeo.

Aggiungiamo anche da qualche settimana è anche stata avviata una indagine nei confronti di un diffusissimo negozio commerciale cinese.

Il problema è reale e molto diffuso dunque, eppure sembriamo non accorgercene perché immersi nella frenesia del miglior acquisto da fare, ora e subito.

Quando entriamo in un negozio fisico badiamo a una serie di fattori: la merce ben esposta e visibile, assenza di ostacolo o difficoltà all’acquisto (nessuno vorrebbe salire su una scala per guardare meglio un prodotto che interessa o non poter provare una maglietta perché il negozio non ha uno spogliatoio). I prodotti sono ben illuminati, i prezzi chiari, i commessi disponibili a fornire tutte le informazioni. Anche il pagamento è facilitato: contante, carte di pagamento, app, wallet: tutto funziona alla perfezione. E naturalmente se la taglia è sbagliata o il colore del maglione non piace, vi sarà la possibilità di cambiarlo senza problemi.

Questo è tutto quello che ci piace trovare in un negozio reale, potendo anche di più.

Ma quando effettuiamo gli acquisti on line abbiamo lo stesso grado di pignoleria? Quale è il criterio con cui scegliamo lo store on line? E la semplice circostanza che un negozio digitale sia famoso oppure offra il prezzo più basso è sufficiente rassicurarci?

La risposta è evidentemente negativa, e i fenomeni truffaldini, o nella migliore delle soluzioni opachi, sono all’ordine del giorno.

Esaminiamone alcuni.

Molti siti tendono a indirizzare i nostri acquisti verso un particolare modello di un prodotto, ad esempio un telefonino o una stampante. Sarà capitato a tutti di leggere frasi come “Consigliato da … (segue il nome del negozio)” oppure “il più venduto”.

Nessuno perché si pone la domanda, che peraltro rimarrebbe senza risposta, del motivo per il quale lo store on line consiglia quel tale prodotto.

E la circostanza che sia “il più venduto”, cosa significa esattamente? Il più venduto in quale arco temporale? Il più venduto a partire da quanto? Il più venduto in quel sito o in assoluto? Ma soprattutto, come faccio a verificare che effettivamente sia il più venduto? Dove trovo questi dati?

Domande che la gran parte di noi non si pone, e che se si ponesse rimarrebbero senza risposta.

Ma è indubbio che etichettare un prodotto come “consigliato da…” oppure come “il più venduto” può indirizzare la nostra scelta d’acquisto su questo piuttosto che su quelli di altre marche (o su altri modelli della stessa marca).

Riflettete anche sulla potenza della frase “solo n. 1 in magazzino”: praticamente un invito all’acquisto obbligato: la mia mezza idea di acquisto diventa una idea matura e con un rapido click quel prodotto diventa rapidamente mio, prima che lo compri un altro.

Vittoria quindi, se non fosse che, ma ovviamente nessuno ce lo dice, probabilmente è vero che in quel giorno vi è solo 1 esemplare del prodotto in magazzino, ma tra qualche giorno ve ne potrebbero essere a centinaia.

Ma oramai l’acquisto è fatto. A proposito: nella foga dell’acquisto compulsivo per evitare che quell’unico prodotto rimasto in magazzino possa sfuggirci, nessuno si domanda come poter verificare se effettivamente risponde al vero la circostanza che ve ne sia solo un in magazzino.

Sono sicuro che tutti noi ci siamo riconosciuti in questi meccanismi: all’atto pratico posso anche non interessarci, se non fosse che possono condizionare in modo decisivo e non trasparente le nostre scelte.

Cambiamo scenario, e passiamo alle regole.

Tutti gli store on line devo illustrare in modo chiaro e visibile le regole di acquisto e di reso; devono inoltre avere attivo un canale di dialogo con il cliente per le varie problematiche: sostituzioni, rimborsi, ecc…

Quanti siti di vendita on line lo fanno realmente? Ma soprattutto quanti di noi prima di perfezionare un acquisto on line verificano questi aspetti?

È capitato a chi scrive di voler restituire un prodotto arrivato con l’involucro danneggiato e con alcuni componenti mancanti: alla richiesta di reso il negoziante on line ha risposto invitando all’invio di una foto dell’involucro danneggiato e alla descrizione specifica delle componenti mancanti. Ovviamente chi scrive ha specificato di voler esercitare il diritto di recesso per gli acquisti on line, diritto che tutti possiamo far valere entro 14 giorni solari dalla data di acquisto, senza dover inviare foto o sprecare tempo per descrivere i pezzi mancanti. Tanto è bastato.  Ma se non fosse capitato a me ma a un altro, sarebbe andata a finire nello stesso modo?

Ecco perché dobbiamo porre sullo stesso piano la scelta del prodotto che vogliamo acquistare, il prezzo che riteniamo congruo e il sito da cui vogliamo acquistare. La felice unione di questi tre elementi può rendere il nostro acquisto molto più sicuro e lo mantiene entro il perimetro normativo dell’Unione Europea.

Ma quanti sono invece i siti on line, in molti casi quelli che non hanno sede nell’Unione Europea, a non rispettare la legge? E quanti invece, una volta incassato il prezzo e spedito il prodotto, cercano di evitare in ogni modo il rimborso?

La casistica potrebbe essere infinita, e proprio per evitare questa e molte altre situazioni la UE ha emanato a febbraio scorso il Regolamento sui Servizi Digitali (Digital Services Act – DSA) che mira a creare un ambiente online più sicuro e trasparente per i consumatori e le imprese. È una normativa importate da non dimenticare.

Così come non dobbiamo dimenticare che le migliori tutele sotto il profilo normativo e contrattuale, ci sono assicurate dai negozi on line con sede nella unione europea: verificarlo è facile poiché tutte le piattaforme devono avere una sezione (si solito collocata a fine pagina) denominata “area legale” o altri nomi simili.

Si tratta di una piccola e rapida verifica da effettuare, che può aiutarci a difenderci da disinformazioni sui prodotti, dalla assenza di trasparenza nelle comunicazioni e nella vigilanza.

Tutti elementi, scrivevamo all’inizio di questo articolo, che ricerchiamo nei negozi fisici, in gran parte dei casi ritrovandoli. E anche questo non va dimenticato.

Non esiste infatti una supremazia dei negozi on line rispetto a quelli fisici, ma regole valide e vincolati per gli uni e per gli altri. Regole poste a nostra tutela.

Massimo Melpignano



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