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Dal 19 novembre 2025 è operativo il secondo step dello “scudo di rete”, il sistema che dovrebbe arginare le telefonate truffaldine camuffate da numeri italiani.

Dopo una prima fase dedicata ai falsi numeri fissi nazionali, la delibera AGCOM 106/25/CONS estende ora i controlli anche ai finti numeri di cellulare.

In concreto, gli operatori sono tenuti a bloccare automaticamente le chiamate internazionali che mostrano un numero mobile italiano, salvo che quell’utenza risulti davvero in roaming.

Si tratta di una barriera tecnica tra le reti estere e quelle italiane: vengono filtrate le chiamate con numeri “impossibili”, i falsi numeri fissi e, dal 19 novembre, anche i falsi numeri mobili.

Chi non si adegua rischia sanzioni fino a un milione di euro.

I primi dati parlano di decine di milioni di chiamate fasulle bloccate in poche settimane, pari a oltre il 5% del traffico in arrivo su alcune reti.

È un segnale incoraggiante, ma non sufficiente. In Italia si stimano oltre 15 miliardi di chiamate indesiderate l’anno, circa 500 a testa: è evidente che lo scudo di rete, da solo, può solo “svuotare la cantina allagata con un ditale”.

Nel frattempo, continuiamo a essere perseguitati da telefonate moleste e pericolose.

Attraverso tecniche di spoofing e vishing, i truffatori falsificano il numero che compare sul display e si presentano come la vostra banca, un ente pubblico, un “ufficio antifrode”, persino le forze dell’ordine. L’obiettivo è sempre lo stesso: indurvi a rivelare codici OTP, password, credenziali di home banking e informazioni sensibili.

Il telefono, che per anni abbiamo usato per scambiare parole affettuose con familiari e amici o per chiedere notizie sulla salute di una persona cara, è stato trasformato in un canale capace di svuotare conti correnti in pochi secondi.

È in atto un vero e proprio assalto ai dati e ai risparmi, alimentato anche dall’uso distorto dell’intelligenza artificiale.

Le risposte normative arrivano spesso in ritardo e con molti limiti.

Che cosa potete fare, dunque? Anzitutto, non affidarvi ciecamente allo “scudo di rete”. È uno strumento utile, ma non vi protegge da tutte le chiamate truffaldine: restano escluse le chiamate con numerazioni italiane reali, i numeri esteri autentici con prefisso internazionale, le comunicazioni via app di messaggistica e il telemarketing “legittimo”.

La vostra prima linea di difesa resta l’attenzione.

Alcune regole di prudenza possono ridurre concretamente il rischio:
– non comunicate mai codici OTP, password o credenziali al telefono;
– interrompete la chiamata e richiamate la banca o l’ente solo tramite numeri ufficiali reperiti in autonomia;
– diffidate da chi vi mette fretta o vi spaventa prospettando blocchi immediati del conto;
– segnalate alle autorità competenti le chiamate sospette.

L’unico modo assoluto per non ricevere telefonate moleste sarebbe non possedere uno smartphone, ma non è una soluzione realistica. Lo è invece imparare a riconoscere i meccanismi delle frodi e innalzare la soglia di difesa digitale.



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