Hai acquistato casa aprendo un mutuo ma non sei riuscito a pagare tutte le rate? O hai stipulato un prestito personale che per svariate ragioni non sei riuscito più a restituire?
Quando capita di non riuscire a pagare regolarmente le rate dei prestiti, l’istituto di credito vi informerà con una lettera che il debito è stato ceduto ad un’altra società.
Non sempre però!
Come spiega l’avv. Massimo Melpignano nella trasmissione di Tv2000 “Attenti al Lupo” (v. video), la banca individua altre società a cui cede il nostro nominativo, la nostra posizione; da quel momento in poi, saremo sotto il controllo di questa nuova società che diventerà il nostro “vigile”, pronto a fischiare quando non rispetteremo la scadenza e ad avvisarci che dobbiamo pagare perché siamo in ritardo.
Quando la riscossione da parte delle banche è diventata “incerta” si parla di crediti deteriorati.
I “crediti deteriorati” o “non performing loans” (npl) comprendono i mutui, i finanziamenti e i prestiti che i debitori non riescono più a ripagare.
Ma la banca ha il diritto di avvisarci quando cede la nostra posizione?
Possiamo rispondere a questa domanda in due modi:
- Dipende da quello che fanno: immaginiamo che tutti i clienti non abbiano pagato il mutuo per più di 2 anni; la banca provvederà a cederli in maniera massiva e in questo caso non avvisa per legge, perché è sufficiente la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana.
- Laddove invece ci sia una cessione individuale, ovvero soltanto il mio caso, (accade di rado), allora devono comunicarlo.
Perché alla banca dovrebbe convenire di vendere il debito piuttosto che richiederlo al debitore stesso?
Possiamo rispondere a questa domanda con un esempio:
Il profitto delle banche deriva dagli interessi che vengono applicati sui prestiti erogati. Quindi quando la banca presta dei soldi, ha un attivo perché il debitore dovrà restituirli con gli interessi.
Però se io debitore comincio a pagare in ritardo o non pago tutto, questa mia posizione comincia a non essere proprio tranquilla per la banca. Perciò deve svalutare la mia posizione perché forse non pagherò o pagherò male o pagherò poco o in ritardo, e questo appesantisce il bilancio della banca.
Cosa fa in questo caso la banca? La banca vende i crediti alle società di recupero, guadagna qualcosa e il suo bilancio diventa sano; il problema di recuperare i soldi che io non ho pagato sarà di un’altra società.
Quali sono le conseguenze per il debitore?
Le conseguenze sono molto serie. Prima di tutto perdo il mio punto di riferimento, la mia banca, che mi comunicherà che non potrà fare nulla per me perché la mia posizione è stata ceduta.
Inoltre, si entra in un vortice di call center di società che hanno acquistato il credito, ma che hanno delegato la gestione del credito ad un’altra società e così via fino all’incasso.
La difficoltà sta proprio nel comunicare.
Quali strumenti hanno i consumatori per proteggersi da tutto questo?
Prima di tutto pagare puntuali è sempre un’ottima regola, se possibile pagare in anticipo. E’ un aspetto che molti sottovalutano perché si pensa che pagare un po’ in ritardo non comporti un problema.
Si entra molto spesso in una trappola di persecuzione da parte delle società di recupero crediti. Ma ci sono comunque delle regole: non possiamo essere importunati, per esempio, da comunicazioni in cui c’è scritto avviso al debitore, avviso al pignoramento ecc… La nostra privacy continua ad essere un valore da tutelare.
Se avete subìto casi di questo genere, potete contattarci ai seguenti recapiti:
Tel. 080/5021132 Cell. 370/3433036
Email: info@studiomelpignano.it