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Nelle ultime settimane la nostra regione ha ospitato iniziative di grande rilievo sul tema del “falso”. A Bari, oltre 6.500 studenti – in presenza e in streaming – hanno partecipato alla 5ª edizione della “Settimana della lotta alla contraffazione per gli studenti”, promossa dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy con il Ministero dell’Istruzione e del Merito e la Guardia di Finanza.

L’insegnamento che portiamo a casa è semplice e decisivo: repressione e prevenzione devono camminare insieme.

L’azione operativa contro merci e pratiche illegali va affiancata da percorsi di consapevolezza; solo cittadini informati riconoscono condotte irregolari, evitano acquisti rischiosi e segnalano.

Di questi aspetti abbiamo parlato anche nell’intervista rilasciata a Buongiorno Regione, evidenziando il ruolo della formazione per scuole e imprese.

Alla cronaca economica si affianca un fenomeno preoccupante: l’aumento delle banconote macchiate, in particolare tra BAT e Capitanata, spesso conseguenza degli assalti ai bancomat.

Le tracce d’inchiostro indelebile, con aloni e colature anche sui fili di sicurezza, indicano denaro di provenienza delittuosa: non è spendibile, non va “ripulito”, non va rimesso in circolo.

Agli esercenti consigliamo procedure chiare (riconoscimento, rifiuto, annotazione, consegna agli operatori bancari); ai consumatori, verificate sempre le banconote e, in caso di dubbi, rifiutate e segnalate tempestivamente.

Sul fronte delle truffe digitali cresce il fenomeno delle telefonate mute (richiami indotti verso numerazioni a tariffazione particolare): un unico squillo, nessuno in linea, e la tentazione di richiamare.

La regola d’oro è netta: non richiamate numeri sconosciuti o con prefissi anomali, bloccate il contatto, controllate subito gli addebiti e, se irregolari, contestateli all’operatore.

Meglio una verifica in più che costi imprevisti.

Infine, un tema delicatissimo: i deepfake porn.

In presenza di immagini o video manipolati a contenuto sessuale, il percorso corretto è agire subito: conservare prove digitali (link, screenshot, URL, orari), evitare ogni condivisione, sporgere denuncia e rivolgersi alle autorità competenti per attivare tutele penali e civili. La risposta deve essere legale ma anche educativa: chi inoltra quei contenuti non “commenta”, contribuisce a un danno concreto.

La legalità è quotidiana e comincia dal territorio: trasparenza nelle assegnazioni (anche delle case popolari), controlli effettivi, segnalazioni responsabili.

Come studio, siamo al vostro fianco per formazione, prevenzione e tutela.

Scoprite di più sul nostro sito (www.studiomelpignano.it) e contattateci per un incontro dedicato: segreteria@studiomelpignano.it.



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