La recente sentenza delle Sezioni Unite della Corte di Cassazione n. 5968 del 6 marzo 2025, una decisione che segna un punto di svolta in materia di mutui e tutela dei consumatori, analizza i limiti del mutuo condizionato come titolo esecutivo, aprendo nuove prospettive per i mutuatari.
La sentenza trae origine da un’opposizione all’esecuzione avviata da un consumatore, il quale sosteneva che le somme del mutuo non fossero state realmente messe a sua disposizione. Le Sezioni Unite hanno accolto questa impostazione, affermando che non è sufficiente la stipula del contratto per rendere il mutuo immediatamente esecutivo, ma è necessario che il mutuatario abbia avuto la concreta possibilità di disporre del denaro.
La Cassazione ha fissato principi fondamentali, ridefinendo i limiti entro cui un mutuo può essere considerato titolo esecutivo. In particolare, si afferma che ogni clausola che attribuisce alla banca il potere di dichiarare unilateralmente l’erogazione non è sufficiente per rendere il mutuo esecutivo.
Tuttavia, la sentenza lascia aperti alcuni “vuoti” interpretativi che possono essere utilizzati a favore dei mutuatari per contestare l’esecutività del mutuo. Ad esempio, non viene stabilito con precisione se la mera annotazione contabile dell’erogazione possa essere considerata sufficiente, né se la semplice possibilità di movimentare il denaro su un conto bancario sia di per sé indice di piena disponibilità.
In conclusione, la sentenza rappresenta un passo avanti nella tutela dei consumatori, ma richiede un’analisi dettagliata delle modalità di erogazione delle somme per contestare eventuali limitazioni all’effettiva disponibilità.