
Siamo tutti infastiditi dall’assedio delle telefonate moleste. Lo chiamano telemarketing ma in realtà è una vera e propria intrusione nella nostra quotidianità a tutte le ore del giorno. E’ per questa ragione che si moltiplicano i tentativi di arginare tale fenomeno e che sull’argomento è intervenuto un recente provvedimento della Autorità Garante per la Concorrenza e il Mercato (Agcom) che ha sostituito una precedente delibera risalente ormai a 9 anni fa. Sarà sufficiente per risolvere il problema?
GLI OPERATORI. Gli operatori telefonici saranno obbligati a bloccare le telefonate fraudolente che utilizzano numeri contraffatti: chi è incappato in fenomeni diffusi come lo spoofing o il vishing, ben saprà a cosa ci riferiamo. Oramai molti di noi ricevono una telefonata da un numero geografico che possono conoscere (ad esempio il numero telefonica della banca presso cui abbiamo il nostro conto corrente) ma quel numero è falso ed è utilizzato da truffatori. Oppure riceviamo una telefonata da un numero apparentemente italiano ma la telefonata in realtà proviene dall’estero. Non serve alta tecnologia per realizzare tutto questo: è un meccanismo talmente semplice che ragazzini poco più che quindicenni spiegano sui social come si fa. E così la nostra privacy, ma anche i nostri soldi nel caso in cui siamo vittime di frodi telefoniche, sono nel mirino. Questa nuova delibera Agcom impone agli operatori di alzare la soglia della sicurezza, adottando filtri che dovrebbero proteggerci da telefonate moleste provenienti da numeri contraffatti, qualunque sia la finalità della telefonata, telemarking oppure frode telefonica.
DAISY. Evidentemente no, non basterà ad aggirare ad arginare il problema. In realtà misure come queste, cioè adottare filtri alle telefonate moleste prima che arrivino sul nostro numero fisso o mobile, in alcuni paesi, sono addirittura motivo di concorrenza tra gli operatori telefonici, che fanno a gara per offrire ai propri clienti i migliori strumenti idonei a proteggerli. Molto efficace si è rivelata ad esempio Daisy, una amabile nonnina britannica creata dall’intelligenza artificiale, a cui un operatore telefonico dirotta automaticamente le telefonate moleste. Nonna Diasy, che ovviamente è diventata molto popolare, con estrema pacatezza e una buona dose di lentezza, di fatto dissuade l’interlocutore che, convinto di aver a che fare con una interlocutrice reale, dopo un po’ stremato, riaggancia. Questo naturalmente non risolve il problema dei messaggi telefonici preregistrati, ma rappresenta un felice tentativo di arginare l’assalto alla nostra privacy.
REGISTRO DELLE OPPOSIZIONI. Dobbiamo domandarci se questa Delibera Agcom sarà efficace oppure no, visto che molti lamentano la infruttuosità della registrazione del diniego a ricevere chiamate di telemarketing sul registro delle Opposizioni. Obiettivamente è molto facile riversare la responsabilità sul Registro delle Opposizioni, certamente perfettibile, che però ha degli obiettivi limiti come ad esempio quello di non vincolare le società che hanno sede all’estero. Pertanto è sufficiente che venga demandato il servizio di telemarketing a call center che si trovano al di fuori dell’Unione Europea, anche al di là della costa adriatica, e il gioco è fatto per chi vuole eludere la norma.
OPT IN OPPURE OPT OUT: Dietro queste due parole, naturalmente inglesi come accade spesso quando vogliono rendere incomprensibili i fenomeni, si nasconde la risposta per la tutela della nostra privacy. Nel 2010, quando l’Italia decise di adottare il sistema del Opt in, creando contestualmente il Registro delle Opposizioni, terminarono i nostri tempi felici. Mentre fino al settembre 2010 l’utente non poteva essere contattato a meno che non avesse fornito il suo consenso, successivamente il legislatore consentì agli operatori di telemarketing di eseguire comunicazioni telefoniche commerciali a prescindere dal consenso preventivo. Dunque via libera alle telefonate selvagge a meno che non ci si opponga iscrivendosi nel Registro delle opposizioni (che funziona come può). Basterebbe cambiare la legge, passando dall’Opt in all’Opt out, cioè nessuno può contattarci a meno che non lo abbiamo espressamente autorizzato. Molto semplice da realizzare e senza alcun costo per la collettività.
In chiusura permettetemi un sentito ringraziamento a La Gazzetta del Mezzogiorno per avere voluto ospitare ogni domenica queste mie righe. E a voi per aver avuto la pazienza di leggerle. Ci prendiamo qualche settimana di pausa con l’auspicio di rivederci a settembre.
Avv. Massimo Melpignano