
Come è possibile che uno dei prodotti di risparmio più amato dai cittadini italiani si trasformi in un incubo che trascina nella disperazione migliaia di famiglie?
Perché i placidi Buoni Postali si trasformano improvvisamente in un orco?
Tutto comincia qualche anno fa, nel 2000 esattamente, quando un decreto ministeriale cambia le regole, introducendo variegate scadenze per i buoni postali e creando un documento, detto FIA – Foglio delle Informazioni Analitiche.
Viene meno la radicata certezza che i buoni postali avessero durata ventennale e che la data di scadenza fosse sempre indicata sui titoli.
Nel frattempo i consumatori acquistano buoni di durata inferiore, e il tempo passa.
Al momento dell’incasso i risparmiatori si sentono rispondere allo sportello che il titolo è prescritto.
Le cose però non stanno come ce le raccontano.
Molte sentenze e molte decisioni dell’Arbitro bancario riconoscono il diritto al risarcimento per il consumatore nel caso in cui Poste non abbia rispettato le regole di informazione e di trasparenza.
Prima di strappare con (legittima) rabbia i buoni postali, facciamo alcune verifiche: la serie di emissione, le informazioni riportate sul buono, la consegna del FIA ecc.
Se Poste ha mancato in informazioni e trasparenza, è possibile superare il muro della prescrizione.
Avv. Massimo Melpignano
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