Home Soldi Sicuri Eventi Consulenze Blog

Il mondo delle criptovalute è incomprensibile alla gran parte di noi. Molti ne parlano, aumentano coloro che le utilizzano come strumento di investimento, i fenomeni speculativi si alternano, e spesso sono giustificati dalla volatilità insita nello strumento. Nel mare di incertezze, però una cosa è chiara a tutti: la tassazione delle criptovalute.

FISCALITA’. Il valore delle cripto scende e sale. Se le vendiamo quando hanno un valore maggiore rispetto a quello di acquisto realizziamo un “guadagno”, una plusvalenza per essere più corretti. E su questa plusvalenza pagheremo una percentuale di tasse alle Stato, come accade per qualunque investimento, nella misura del 26%, destinata a passare al 33% nel 2026.

MONETA O ALTRO? Anche questo aspetto, chiaro per il Fisco che farà cassa, contribuisce ad aumentare la confusione che regna sovrana nel mondo delle cripto. Ma non era una moneta, obietterà qualcuno. E se è così si può tassare una moneta? Senza addentrarci nell’altrettanto spinoso tema del “signoraggio”, dobbiamo ancorarci almeno al momento a quello che prescrive la legge e quella più aggiornata (una direttiva della UE chiamata “Micar”) definisce le criptovalute come “una rappresentazione digitale di valore o di diritti che possono essere trasferiti e memorizzati elettronicamente”. Stiamo sul semplice: è una “cosa” che ha un valore che proprio per tale ragione posso utilizzare come merce di scambio.

CRIPTO PER CENA. La semplificazione appena svolta non rende giustizia al mondo complesso delle cripto, ma noi persone semplici abbiamo bisogno di capire. A molti sarà sfuggita una notizia che invece è circolata tra chi segue il settore. Il Presidente americano Trump, che ha lanciato la sua criptovaluta[MM1]  “$TRUMP” ha organizzato una cena a pagamento: bistecca e dessert, oltre al privilegio della prima fila a vista del Presidente, sono costati oltre 18.5 milioni di dollari investiti in “$TRUMP” a un solo investitore cinese.

MONETA DI STATO. Se il presidente della più potente nazione al mondo crea la sua cripto personale e la supporta in ogni modo con una influente campagna promozionale, alcuni Stati, molto meno potenti degli Usa, El Salvador e Repubblica Centrafricana, hanno dichiarato il bitcoin moneta legale. Tornando agli Usa, è di qualche giorno fa l’annuncio di voler utilizzare le “stablecoin”, le cripto ritenute meno volatili, come riserva strategica.

CRIPTO E DEMOCRAZIA. Il tema, come è chiaro, è davvero molto complesso, e non può certo essere sviscerato in modo completo in queste poche righe. A tanta complessità occorre però aggiungere un ulteriore elemento di chiarezza. È di qualche giorno fa l’autorevole intervento di Paolo Savona, presidente della Consob, che si è espresso con forti criticità riguardo alla legittimazione delle criptovalute, definendola “un rischio fatale”. Savona ha sollevato “una seria questione di coscienza” sull’attuazione del MiCAR, arrivando a dire di non voler “mettere il mio sigillo alla legittimazione delle cripto”. Parole pesanti, difficili da conciliare che i movimenti in atto che abbiamo prima descritto e con l’inevitabile entusiasmo di attribuire una valenza politica libertaria alle cripto, in gradi di rompere gli argini degli Stati e delle regole. Il punto è stato colto proprio dallo stesso Savona: chi stampa le monete? Gli Stati, questo lo sappiamo tutti. E gli Stati garantiscono nel bene e nel male il valore della moneta. Se altri soggetti diversi dallo Stato emettono monete, sono falsari: lo dice lo stesso Savona con riferimento alle criptovalute.

PORTAFOGLIO.  È il nostro vero potere: quando spendiamo compiamo delle scelte: di consumo, di marche ma anche etiche. Comprando posso premiare un’azienda che oltre a produrre beni e servizi genera bene comune, oppure posso premiare chi sfrutta lavoratori sottopagati o senza garanzia. Spendere è un gesto politico oltre che economico. La strada prefigurata dal Presidente Consob pone a tutti noi un interrogativo scomodo, la risposta al quale deve prescindere dall’euforia di possibili facili guadagni (e altrettanto facili perdite) che il sistema cripto può assicurare. La posta in gioco è la affidabilità e la stabilità che gli Stati democratici hanno assicurato negli ultimi decenni di storia. L’alternativa potrebbe essere una bistecca pagata a carissimo prezzo o qualunque altro bene acquisto in “valore/moneta” stampata da falsari, per usare le parole del Presidente Savona.

Avv. Massimo Melpignano


 [MM1]



Iscriviti alla Newsletter

Categorynews, Rassegna stampa
Lascia un commento:

*

Il tuo indirizzo email non verrà reso pubblico.

-=-