Uso parole forti, e me ne scuso.
Ma è bene parlare chiaro e dire pane al pane e vino al vino.
Troppe persone in questi anni si sono sedute a tavola e hanno pasteggiato con i risparmi degli italiani: la gran parte è ancora a piede libero e continua a creare danni all’interno del sistema.
Oggi dovrebbero essere approvate le norme per assicurare il risarcimento alle vittime della banche: non a tutte però, e a determinate condizioni.
Come sempre attendiamo di studiare il testo approvato per capirci di più.
Mancano però alcune misure, cui non si è assolutamente parlato e che sarebbero indispensabili se non ci si vuole limitare al solo risarcimento, per quanto lodevole, ma anche dare una sterzata al sistema.
La prima dovrebbe essere quella di introdurre una sorta di “braccialetto elettronico finanziario”: ci sono in giro da tempo personaggi spregiudicati che siedono nei consigli di amministrazione e nei collegi sindacali di alcune banche. Per non parlare di alcuni oscuri dirigenti. Da decenni continuano a fare danni: sono sempre gli stessi. Sottraggono risparmi a famiglie ed imprese e mettono in pericolo la stabilità dell’intero sistema bancario. Vanno individuati (molti lo sono già ma si continua a dar loro dignità di esistenza) e resi riconoscibili. Il braccialetto elettronico (finanziario) può aiutarli a riconoscerli e una semplice app di prossimità potrebbe aiutarci a tenere noi da loro le giuste distanze.
La seconda dovrebbe essere la “castrazione finanziaria”. Chi delinque, inquina o mina un sistema bancario fragile come il nostro ed esposto a mille infiltrazioni, dalla finanza globale alla criminalità organizzata”, dovrebbe subire una misura interdittiva immediata.
Gli organi di Vigilanza (Banca d’Italia e Consob) hanno mostrati tutti i propri limiti. E’ un problema di uomini al governo delle authority certamente. Ma è anche un problema di regole, che vanno potenziate. La Magistratura ha i suoi tempi e le sue regole. Si è visto invece in altri campi (ad esempio per l’ordine pubblico e la sicurezza) che le misure restrittive di tipo amministrativo funzionano. Chi non rispetta le regole deve essere messo subito nelle condizioni di non nuocere più.
La terza dovrebbe essere l’inasprimento delle sanzioni. Il nostro paese ha conosciuto violenze inaudite perpetrate ai danni dei risparmiatori. Gli organi di stampa si nutrono di vicende eclatanti (la classica vecchina analfabetizzata a cui sono stati venduti titoli tossici) ma pochi si occupano della c.d. classe media, ormai in via di estinzione a meno di un cambiamento di rotta.
Perdere i risparmi, talvolta tutti i risparmi, è un trauma feroce, i cui effetti sull’equilibrio mentale delle vittime non sono stati ancora esplorati.
Sarebbe ora di farlo. I danni sull’equilibrio finanziario sono invece facilmente immaginabili.
Sarebbe ora di inasprire in modo feroce le sanzioni a carico di chi con ferocia deruba i risparmi, presente e futuro delle famiglie, presente e futuro di un sistema bancario che ha bisogno di recuperare serenità e credibilità.
La quarta dovrebbe esser un governo e un parlamento che abbiano voglia di immaginare un diverso paradigma e scrivere nuove regole per la tutela collettiva del risparmio, nell’interesse di risparmiatori, investitori e intermediari.
Avv. Massimo Melpignano –
Studio Melpignano
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