Con la Legge di Bilancio il Governo aveva assicurato, entro la fine di gennaio scorso, il via libera ai decreti attuativi per rendere operativo il fondo di ristoro per i risparmiatori traditi, e feriti gravemente, dai crac bancari del 2015, ma ancora oggi si naviga nell’incertezza e nell’ambiguità.
Nessun decreto attuativo: solo indiscrezioni sui rilievi effettuati dall’Europa, che qualifica come aiuti di Stato i rimborsi indiscriminati senza il preventivo accertamento delle c.d. pratiche di misselling, ovvero delle violazioni massive degli obblighi di informazione, diligenza, correttezza, buona fede oggettiva e trasparenza.
Nessuna notizia sull’istituzione della commissione tecnica dei 9 membri, interna al Ministero dell’Economia, che dovrebbe esaminare e ammettere le domande all’indennizzo del FIR.
Tutto è fermo, e ai risparmiatori sembra di aver assistito a una campagna pubblicitaria, l’ennesima, dai contorni apparentemente ben definiti ma dalla sostanza oscura, intricata, sconclusionata, certamente indigesta.
La rottura di questo immobilismo, di questa inattività, oggi appare indispensabile e improcrastinabile, per restituire a famiglie e imprese non “soltanto” quel 30% promesso «entro il limite massimo complessivo di 100.000 euro», ma la vita, la credibilità finanziaria e la dignità.
I risparmiatori aspettano ormai da troppo tempo, e questo tempo – quello della fiducia – è finito.
IL GOVERNO DIA UNA RISPOSTA AI RISPARMIATORI.
Per approfondire:
Fondo di indennizzo per i risparmiatori: le novità della Legge di Bilancio 2019