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I tassi soglia pubblicati dalla Banca d’Italia ogni tre mesi rappresentano un importante termometro finanziario per i nostri rapporti bancari. Eppure pochissimi tra noi, se non gli addetti al settore, se ne occupano e li studiano con l’attenzione che meritano. Se però vogliamo imparare a tenere in equilibrio i nostri conti correnti, finanziamenti, mutui e così via, dobbiamo fare un piccolo sforzo in più e aggiungere all’interesse che prestiamo ai “like” ricevuto dal nostro ultimo post, anche un aggiornamento sull’andamento dei tassi nei mercati, che si traducono negli interessi (veri questi) che paghiamo con i nostri finanziamenti. Cerchiamo di capire perché questi tassi possono esserci così utili.
RILEVAZIONI TRIMESTRALI. Ogni tre mesi la banca d’Italia pubblica i Tassi Effettivi Globali Medi (TEGM) praticamente per tutte le operazioni di finanziamento: dai mutui per la casa ai finanziamenti per l’acquisto a rate dell’auto, al costo della cessione del quinto. Naturalmente vengono pubblicati anche i tassi per le operazioni di finanziamento che riguardano imprese commercianti e artigiani (leasing e così via). Sono quindi informazioni che riguardano tutti e possono essere molto importanti. Ma non è tanto ai tassi medi che dobbiamo prestare attenzione, quanto piuttosto a un’altra colonna che indica i Tassi soglia, che vengono appunto calcolati prendendo come base i tassi medi.
TASSI SOGLIA. Indicano il tetto che per legge un finanziamento non può superare, altrimenti diventa illegale. Ogni singola operazione di finanziamento ha infatti per legge un limite massimo, una sorta di asticella che non deve essere superata. Ad esempio mentre state leggendo questo articolo, il tasso soglia per i mutui a tasso fisso non può superare la soglia di 8,2375% annuo. Per i mutui a tasso variabile invece la soglia è più alta, ed è pari a oltre il 10%. Ci sono poi operazioni di finanziamento che hanno soglie altissime come ad esempio le cessioni del quinto dello stipendio e della pensione (oltre 20%) o il credito revolving (quasi il 23%). Queste percentuali possono spaventarci, e facciamo bene a provare questo sentimento, ma non dobbiamo commettere l’errore di pensare che possano non riguardarci. Quanti di noi sanno esattamente quale è il tasso applicato al proprio finanziamento, al proprio mutuo? Ancora oggi molti sono tratti in errore dal T.A.N. pensando che rappresenti il costo complessivo del finanziamento, che invece è dato da altri indicatori che troviamo evidenziati in grassetto sui contratti o sugli estratti di pagamento: Taeg o ICS. Andiamo a cercarli sui rendiconti o sulle ricevute di mutui, prestiti, carte di credito. E dopo confrontiamoli con i tassi soglia che vi ho indicato. In questo modo
conseguiremo due risultati. Il primo sarà verificare che il costo del nostro debito sia a norma di legge. Il secondo sarà prendere consapevolezza di quanto sia costoso il nostro finanziamento.
BANCA D’ITALIA. Non pensiamo a un meccanismo particolarmente complicato: almeno una prima lettura siamo in grado di farla tutti. Banca d’Italia mette a disposizione dei cittadini questi dati in una apposita sezione, che si raggiunge facilmente da qualunque motore di ricerca digitando ad esempio “tassi soglia banca d’Italia”. Il link preciso è questo https://www.bancaditalia.it/compiti/vigilanza/compiti-vigilanza/tegm/. Molti altri siti riprendono questi dati e i quotidiani diffondo la notizia appunto ogni tre mesi. Non è una attività complicata ma un esercizio di cura dei nostri soldi. E dei nostri debiti. Leggiamo questa operazione un po’ come le analisi che periodicamente effettuiamo per monitorare il nostro stato di salute. Anche i nostri soldi hanno bisogno di essere “curati”: tocca a noi farlo.
RIMEDI Può accadere, più spesso di quanto si possa immaginare, che controlli come quelli di cui abbiamo parlato rivelino brutte sorprese, ad esempio facendoci prendere consapevolezza di un costo eccessivamente elevato del nostro finanziamento o addirittura del superamento del tasso soglia. In casi come questi è previsto per legge, ma è scritto anche nei contratti che tutti noi abbiamo firmato in banca, presso una finanziaria, o in un centro commerciale quando abbiamo acquistato a rate un prodotto, il diritto a presentare un reclamo all’ufficio reclami della banca o della finanziaria (trovate email e indirizzo nel contratto che avete firmato). Nel caso in cui il reclamo non riceva risposta entro 60 giorni o la riceva negativa, potete utilizzare uno strumento di risoluzione delle controversie messo sempre a disposizione dalla Banca d’Italia che si chiama Arbitro Bancario e Finanziario (Abf) e che il cittadino può utilizzare direttamente.
Naturalmente in ogni caso le rate devono essere pagate puntualmente. Essere cittadini economici è impegnativo (meno di quanto si possa pensare in realtà) e anche costoso (alle volte più di quanto si possa pensare). Quindi conviene attrezzarsi.
Massimo Melpignano



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